Sveglia prima del solito perché per raggiungere il punto di partenza della gara, il pallazzetto dello sport di Castiglion Fiorentino, Google Maps mi segnala che ci vuole circa 1 ora e mezza...
Arrivato a destinazione lascio momentaneamente l'auto proprio di fronte al palazzetto, il cui parcheggio è già pieno, per ritirare il pettorale; nell'entrare riconosco alcune facce già viste l'anno prima durante il circuito di gare Umbria Cuore Verde del Trail... purtroppo la gioia di vederli dura ben poco perché scopro che partecipano tutti alla gara più lunga... proseguo quindi all'interno dove, in mezzo al via vai di persone, vedo vari stand ed i tavoli già pronti per il pranzo (per i partecipanti alla gara incluso nel costo di iscrizione); raggiungo il tavolo per il ritiro dei pettorali e ritiro il mio.
Torno quindi all'auto e mi dirigo all'area di sosta poco distante dove la posteggio e mi preparo: tolgo la tuta, metto le scarpe da trail, indosso il cappellino con la mia cam, metto i guanti ed infine il mio zaino nuovo di pacca; dato che questo è il trail più lungo cui ho mai partecipato (cosa che mi preoccupa non poco) vi ho stipato una gran quantità di materiale: un impermeabile, una coperta termica, un fischietto, il mio cellulare, 2 borracce d'acqua da 500 ml ed una serie di cose da mangiare per non correre il rischio di rimanere a secco di energie nel bel mezzo della corsa. Probabilmente è più del necessario però l'apprensione che ho nell'affrontare questa gara mi ha spinto da essere particolarmente previdente...
Quando sono pronto raggiungo di nuovo il palazzetto e mi dirigo subito ai bagni: sarà la tensione ma sento subito la necessità di "scaricarmi"... il problema è che la stessa necessità si ripresenta dopo pochi minuti: dò la colpa alla tensione pregara (ma mi riprometto di evitare il caffé appena alzato per la prossima corsa) e mi rimetto nuovamente in fila quando mancano circa 20 minuti alla partenza. Mentre sono lì in attesa vedo alla caviglia di un altro partecipante il chip per la rilevazione del tempo e realizzo di non averlo messo! Gli chiedo conferma del fatto che si trova nella busta con il pettorale ed al suo assenso esco di corsa (letteralmente!) per andarlo a recuperare; una volta posizionatolo me ne ritorno ai bagni quando siamo ormai a ridosso dello start ma il mio bisogno è troppo impellente per rinunciarvi per cui me la rischio.
Per fortuna l'arco della partenza è proprio di fronte al palazzetto per cui appena uscito mi posiziono ed attendo che trascorrano i pochi secondi prima del via.
I corridori della gara più lunga, quella da 44 km, sono partiti un'ora prima per cui adesso alla partenza ci siamo solo noi della gara da 28 km e quelli della gara da 13 km; sento lo speaker incitare i ritardatari a recarsi alla "punzonatura" per cui, un po' preoccupato, chiedo ad un altro runner dove sta la zona relativa. Per fortuna tale "punzonatura" è solo virtuale in quanto consiste semplicemente nel passaggio sotto l'arco per "inizializzare" il chip fissato alla mia caviglia; non ho neppure il tempo per tirare un sospiro di sollievo perché dopo qualche istante viene dato il via vero e proprio.
Non ho avuto il tempo di scaldarmi per cui utilizzerò per forza di cose i primi km di gara per farlo; purtroppo dopo poche centinaia di metri si sale già in salita su per il centro storico di Castiglion Fiorentino ed il passaggio, anche se molto suggestivo, costringe subito molti corridori a passare dalla corsa alla camminata. Cerco come al solito di trovare un po' di spazio tra la folla e riesco a prendere subito il mio passo; una volta usciti dal centro il gruppo iniziale si è già allungato e sfaldato per cui si corre in modo abbastanza agevole.
Oltrepassata un'ampia piazza proprio fuori dalle mura si imbocca una strada sterrata sulla destra e si entra subito nel vivo della gara: di lì a poco ci attende la prima vera salita dove, dopo pochi metri, la corsa lascia inevitabilmente il posto alla camminata. Al termine di questo primo strappo verticale si riprende una strada asfaltata; la percorriamo quindi in discesa per un breve tratto e poi ci infiliamo a destra nel bosco.
Qui ha inizio il trail vero e proprio: in pochi metri ogni segno di urbanizzazione diventa solo un tiepido ricordo e siamo completamente immersi nella natura. Saliamo di nuovo per sentieri anche piuttosto scoscesi ed il tratto in salita stavolta è lungo e faticoso; quando raggiungiamo la sommità e comincia la discesa scopro che anche questa è altrettanto impegnativa: ci sono passaggi molto stretti, ripidi ed ostici. Storco il naso in più di un'occasione vedendo altri runners rischiare più del dovuto per azzardare un sorpasso in queste condizioni; francamente non ne capisco la necessità perché la gara è ancora lunga e ci saranno senz'altro occasioni migliori per guadagnare qualche posizione...
La discesa ad ogni modo non è troppo lunga; come previsto infatti di lì a poco ci attende nuovamente un'altra impegnativa salita e non sarà l'ultima: come ho appreso dallo studio dell'altimetria del percorso infatti fino al km 13 circa si sale per raggiungere il punto più alto a quota 700 metri; da questo poi si ridiscende verso valle pur con qualche altro breve strappo in salita.
Quando la pendenza si fa un po' meno marcata mi rendo conto che il problemino intestinale avuto a ridosso della partenza non è affatto passato; per il momento lo ignoro sperando che non diventi problematico ma purtroppo non è così: quando percorro di nuovo un tratto in discesa la necessità di fermarmi per "lasciare la zavorra in eccesso" diventa concreta per cui comincio a guardarmi intorno in cerca di un sentiero laterale. Dopo un po' adocchio una stradina sulla sinistra che sembra fare al caso mio per cui rompo gli indugi e devio per una breve sosta non programmata; mi duole un po' insozzare quell'angolo incontaminato di natura con dei fazzoletti ma non posso proprio farne a meno... l'unica magra consolazione è che almeno sono biodegradabili...
Riparto senza curarmi più di tanto dello sguardo interrogativo di un'altra partecipante che mi vede stranamente sbucare dalla stradina laterale e riprendo la retta via in discesa fino al successivo cambio di pendenza: stavolta la salita ci porta al primo ristoro e nel vederlo ho l'ennesima conferma in merito all'ottima organizzazione. Il ristoro infatti è tutto al coperto per riparare i corridori anche in caso di pioggia e mette a disposizione dei partecipanti acqua, bibite, frutta ed altre cose da mangiare: io mi limito a prendere un bicchiere d'acqua per poi proseguire per la discesa successiva.
Nel tratto seguente scopro che ci sono diversi passaggi quasi completamente ghiacciati che richiedono quindi un po' di prudenza; per fortuna è una dote che non mi manca per cui proseguo senza grossi problemi raggiungendo sull'ennesima salita il decimo km. Pur cercando di non rallentare il passo, quando il paesaggio intorno lo richiede, mi concedo più di un'occhiata al panorama che ci circonda ed in diverse occasioni verrebbe la voglia di fermarsi ad ammirarlo con maggiore calma.
Purtroppo non è possibile per cui continuo ad andare avanti anche se durante la lunga discesa seguente mi trovo costretto a fermarmi nuovamente lungo un sentiero laterale per l'ennesimo "richiamo della natura"... mi scoccia non poco essere costretto ad una nuova sosta ma non posso farne a meno per cui sbrigo in fretta la pratica e mi rimetto in marcia...
Da lì in avanti riesco a percorrere un bel tratto di percorso senza penare più di tanto ma naturalmente i problemi non sono finiti: nel correre nuovamente in discesa infatti avverto le piante dei piedi piuttosto doloranti e sento distintamente un fastidio al ginocchio destro. Per il momento ambedue i problemi sono sopportabili per cui continuo la mia corsa ma mi sento un po' limitato proprio nel momento in cui potrei invece guadagnare il tempo perso durante la precedente salita.
Quando oltrepasso l'ennesima collina e comincia la lunga discesa che mi riporterà verso valle sono già al km 16; è quello il momento in cui mi rendo conto che la batteria della mia cam è ormai scarica da un bel pezzo per cui la ripongo definitivamente in una tasca dello zaino. Naturalmente poco dopo il percorso che degrada verso il basso mi regala più di uno scorcio che sarebbe stato bello fotografare; purtroppo rimarrà impresso solo nella mia memoria...
Anche se sono conscio del fatto che la parte peggiore della gara è ormai trascorsa lo sono ancor di più del fatto che la stanchezza potrebbe giocare brutti scherzi... le salite inoltre non sono ancora finite e su quella che scoprirò poi essere l'ultima impegnativa pendenza sento all'improvviso distintamente tutto il peso dello sforzo fatto fin qui: le gambe sono doloranti, il fastidio al ginocchio si è acuito, i miei reni gridano vendetta. Dato che si avvicina la parte finale del percorso sfrutto la salita per idratarmi attingendo alla mia borraccia e per ingerire degli zuccheri a rapido assorbimento: spero vivamente che mi diano l'energia per affrontare gli ultimi km di gara.
A render più difficile la parte conclusiva del percorso ci sono un paio di passaggi non perfettamente segnalati: ambedue costano a me e ad altri corridori un po' di strada in più ed un po' di sconforto ma per fortuna riusciamo a recuperare la retta via che ci riporterà al traguardo.
Nell tratto finale il percorso raggiunge l'arrivo dalla parte opposta a quella fatta ad inizio gara: si costeggia un fossetto che passa proprio sotto la strada che conduce al palazzetto; da qui circa 200 metri di asfalto mi conducono al punto di partenza dove, dopo 28 km si sudore, fatica, dolori e soste non desiderate, arrivo tutto sommato in buone condizioni o per lo meno migliori di quanto mi avessi preventivato.
Quando arrivo al traguardo sono sorpreso di constatare che molti concorrenti della 44 km hanno già portato a termine la loro gara: ok che sono partiti un'ora prima però dopo la fatica fatta per percorrere "solo" 28 km mi sembra inimmaginabile che loro siano già arrivati a destinazione.
Ad ogni modo dopo un paio di the caldi, qualche pezzo di crostata ed un po' di allungamento, recupero il mio borsone e mi dirigo negli spogliatoi per fare la doccia dopo di che mi rivesto. E' in questo momento che comincio a sentire tutti i dolori accumulati durante la corsa e, come altri corridori all'interno dello spogliatoio, combatto con i crampi che sono in agguato ad ogni movimento... uscito dallo spogliatoio mi rifocillo con calma con l'abbondante pranzo offerto dall'organizzazione dopo di che mi rimetto con calma in marcia verso casa...
Nonostante la grande fatica fatta per portare a termine questo trail prevale sicuramente la soddisfazione di essere riuscito a completarlo in maniera degna; lo sconforto per aver allungato il percorso è ormai solo un appannato ricordo e non inficia minimamente la stupenda organizzazione di questo evento: la mente quindi vola già al prossimo anno e sono già emozionato al solo pensiero di partecipare alla vera ed unica Ronda Ghibellina: quella da 44 km!