Parto da casa in leggero ritardo ma secondo Google Maps dovrei arrivare a destinazione mezzora prima della partenza per cui non mi preoccupo più di tanto e infatti mi fermo anche a fare il pieno. Peccato che, arrivato a quello che Google reputa il centro di Alviano, scopro di essere invece alle pendici del paese che, complice una fitta nebbia, non riesco neppure a vedere. Mi oriento quindi a spanne zoomando la mappa sul cellulare e così riesco ad imbroccare, per fortuna al primo tentativo, la strada che sale verso il paese.
Mi fermo al primo assembramento di auto per chiedere a dei corridori già pronti al via dov'è la zona iscrizioni e mi viene detto di proseguire ulteriormente per poche centinaia di metri. Giungo quindi direttamente sulla piazzetta dove campeggia l'arco della partenza e, vista l'ora, parcheggio brutalmente a 5 metri da quest'ultimo mettendo le 4 frecce. Ad accrescere il mio ritardo c'è anche il fatto che devo ritirare perché mi sono accorto di aver dato fondo a tutte le mie liquidità al benzinaio; per fortuna, neanche a farlo apposta, c'è un POS proprio lì a fianco.
Mi metto quindi in fila per l'iscrizione ed ho modo di constatare che la temperatura è piuttosto rigida; la macchina mi segnalava infatti 4° e vedo più di un corridore con i calzoni lunghi... io ho portato con me solo i calzoncini elasticizzati sopra il ginocchio e quindi me li faccio andar bene confidando in un successivo miglioramento del tempo. Mentre aspetto il mio turno sento uno dei corridori davanti a me chiedere ad un altro come prosegue il percorso "dopo la pozzanghera" e l'altro gli risponde che subito dopo quel punto (circa al km 12) c'è una salita impegnativa e sassosa; per il momento registro l'informazione in attesa di scoprire di persona cosa rappresenta questa fantomatica "pozzanghera".
Terminata la formalità dell'iscrizione sono ormai quasi le 9:30 per cui mi affretto a parcheggiare l'auto e a prepararmi fissando il pettorale (lo stesso che porto sempre con me dalla prima gara e che da domani abbandonerò in fondo a qualche cassetto) e sistemando la mia action cam sul berretto: visti i deludenti risultati con le foto ed i video dello scorso trail spero vivamente che esca un po' di sole perché ho già avuto modo di constatare che il movimento della corsa ed il cielo grigio non sono affatto amici della qualità di ripresa.
Quando ho terminato la mia preparazione chiudo l'auto e mi riavvio verso il luogo della partenza: 5 metri di corsa e mi rendo conto di avere ancora ai piedi le mie sneaker per cui torno nuovamente indietro per andare ad indossare le mie Salomon Speedcross che oggi fanno il loro debutto in una gara ufficiale!
Terminata la vestizione sono ormai a ridosso dell'orario ufficiale di partenza e, anche se gli organizzatori hanno deciso di ritardarla di una decina di minuti, è comunque tardi per fare l'opportuno riscaldamento che richiederebbe una mattinata così fredda; mi limito quindi a fare un paio di corsette nei pressi dell'arco gonfiabile dello start e mi aggrego poi al gruppo sulla linea di partenza.
Con la mia cam fissata sul berretto desto la curiosità di un paio di runner per cui uno dei due mi chiede: "Come va la telecamera?"; dato che il primo test con avverse condizioni atmosferiche non è stato dei migliori mi limito a rispondere: "Con questo tempo male!".
Di lì a poco avviene lo start della gara: mi sorprende che non ci sia neppure un via (per lo meno io non lo sento) ma mi aggrego comunque al gruppo che parte compatto lungo la strada da cui siamo saliti stamane. I primi metri come al solito sono su asfalto e servono a guadagnare il vero percorso che si snoderà poi per la campagna umbra; dopo una discesa imbocchiamo quindi una salita, ancora asfaltata, con una pendenza decisamente importante per cui rallentiamo tutti passando dalla corsa alla camminata. Tra me e me penso che se c'è una cosa peggiore del cominciare una corsa freddo è farlo su una salita ripida come quella; i miei muscoli sono ben lungi dall'essere caldi e lo sforzo di salire mi dà subito una sensazione di forte indolenzimento tanto che mi sembra che le mie gambe siano già pesanti. Di lì a poco comunque il percorso prosegue fino ad attraversare nuovamente la strada provinciale; un rapido attraversamento e proseguiamo nuovamente su una strada sterrata che attraversa gli uliveti sopra Alviano. Qui se ne va il primo km e la salita è piuttosto moderata; ciò nonostante alterno fasi di corsa a quelle di camminata perché sono ancora un ghiacciolo.
Raggiungiamo quindi la sommità di un primo colle e continuiamo per una via molto stretta costeggiata da entrambi i lati da una fitta vegetazione e disseminata di sassi; anche se la corsa è decisamente impegnativa, pure per i numerosi rovi ad altezza ginocchio, almeno il sole comincia a far sentire il suo tepore. Sento alle mie spalle i passi di un altro runner che mi sembra decisamente più veloce di me e sono portato istintivamente ad aumentare il mio ritmo, più che altro per non rallentarlo troppo vista la difficoltà di sorpasso lungo questa stretta via; ciò nonostante alla prima occasione mi passa rapidamente a destra e da lì a poco lo vedrò scomparire dalla mia vista. Appena comincia la discesa il percorso varia decisamente perché si svolta a sinistra nel fitto della boscaglia ed il tragitto si fa decisamente meno impegnativo; ciò nonostante sento l'umidità del bosco gravare sulle mie spalle come un peso e rimpiango i caldi raggi solari di prima.
Dopo un po' usciamo nuovamente aIlo scoperto e riprendiamo a salire anche se non in modo vertiginoso fino al primo rifornimento situato intorno al quinto km; da lì si svolta a sinistra puntando verso le colline che ci sovrastano e sulle quali sicuramente dovremo salire di lì a poco. Il percorso dopo un passaggio nei pressi di Cocciano prosegue infatti ai margini del bosco in una lenta salita che però sembra non finire mai; nonostante il mio Garmin indichi che siamo ormai oltre il sesto km sento di non aver ancora rotto il fiato per cui alterno ancora la camminata al piccolo trotto ed accuso sensibilmente il vento gelido che si insinua lungo il cammino verso valle.
Proseguendo oltre la via diventa decisamente più impervia ed i sentieri che attraversiamo diventano stretti e ricchi di vegetazione: noto a terra numerose cartucce ed in effetti penso che fino a qui si può avventurare solo qualche cacciatore o qualche fungarolo; se per un bel tratto il sentiero è stretto e scosceso, quello successivo è addirittura ancora più ostico: si sale praticamente a zig zag in mezzo ad una boscaglia talmente fitta che a tratti ci si deve far strada con le mani e più di una volta ho il dubbio di aver sbagliato perché non vedo piu un sentiero ben definito.
Vengo nuovamente superato, questa volta da un corridore munito di bacchette da Nordic Walking, e lo invidio fortemente dato che io mi ritrovo invece costretto ad arrancare sulla salita aggrappanomi alla bene e meglio ai fusti più sottili della fitta boscaglia; questa si rivelerà poi essere la parte più dura e faticosa di tutta la gara.
Appena usciti dalla folta vegetazione si arriva su una piana da cui si intravede l'ormai prossima vetta; il peggio per ora è passato ma sono stremato: ho i reni che gridano pietà ed avanzo alternando una postura eretta ad una piu arquata proprio nel tentativo di alleviare il dolore ai fianchi. A tratti ho anche l'impressione di avere la testa leggermente ciondolante e mi sforzo di tenerla diritta.
Nonostante tutto scambio qualche battuta col corridore che mi precede, più che altro per condividere il nostro stato di affaticamento; quando lo sento fare un'esclamazione di stupore nei riguardi del panorama mi volto completamente e rimango a bocca aperta: da quassù si domina tutta la vallata ed il colpo d'occhio è spettacolare! Ormai la giornata si è fatta ampiamente soleggiata però le pianure in basso sono completamente immerse nella nebbia e questo aumenta la sensazione di altezza tanto che sembra veramente di essere su un'altura ben più maestosa...
Per un attimo lascio da parte la gara e faccio almeno un paio di giri a 360° gradi per godermi appieno quel panorama mozzafiato: e pensare che, se non fosse stato per l'altro corridore, probabilmente avrei tirato dritto avanti a me senza neppure voltarmi!
Con le ultime forze guadagniamo la vetta contrassegnata da una croce e vediamo che è già "occupata" da 3 giovani motociclisti: ripensando al percorso che abbiamo fatto noi per arrivare fin quassù mi sembra quantomeno surreale vedere che loro ci sono arrivati in sella a delle moto da cross!
Il compagno di gara con cui ho scambiato due parole ha raggiunto la vetta per primo ma sulla discesa immediatamente seguente si dimostra più prudente di me per cui lo supero nuovamente e da qui in avanti condurrò tutta la gara in solitaria.
Dopo un primo tratto all'aperto ci si infila nuovamente in un bosco e lo si attraversa su un sentiero molto bello esaltato dai raggi solari che si infiltrano tra le fronde della vegetazione; cerco di recuperare le forze spese nella precedente salita e la mia andatura anche se abbastanza sostenuta si fa più rilassata... anche troppo perché per poco non rischio di cadere faccia avanti impuntandomi col piede sinistro su una delle numerose rocce sporgenti lungo la via. Per fortuna mi riprendo prontamente con l'altro piede e tengo a mente la lezione concentrandomi di più sui passi da compiere.
Proseguo quindi con maggiore attenzione lungo la discesa che piuttosto repentinamente ci fa discendere lungo le pendici del monte e man mano che la quota si abbassa anche la pendenza si fa più dolce; arrivo quindi all'ultimo ristoro verso il dodicesimo km subito dopo il quale riconosco la famosa "pozzanghera" di cui avevo sentito parlare mentre ero in coda per l'iscrizione: in effetti sarebbe meglio chiamarla piscina visto che è una buca colma d'acqua di circa 2 metri per 5! Per fortuna gli organizzatori hanno strategicamente posizionato 2 tavole di legno lungo il bordo destro per cui la supero agevolmente senza infangarmi più di tanto... la strada successiva a dispetto del previsto è ondulata ma non troppo impegnativa per cui mi illudo che il percorso in salita di cui ho sentito parlare sia stato sostituito da una variante più tranquilla.
Di lì a poco però un impietoso cartello invita a svoltare bruscamente a sinistra facendomi abbandonare il tragitto più pianeggiante per pormi di fronte l'ultima impegnativa salita: mi rendo conto che la descrizione era perfettamente corrispondente e quindi arranco per l'ennesima volta camminando.
Quando guadagno nuovamente la discesa sono speranzoso che ormai il peggio sia definitivamente passato; i sentieri di montagna lasciano il passo ad una strada sterrata immersa nel bosco e quando vedo lungo la via 2 macchine parcheggiate capisco che la strada da qui in avanti sarà pressoché la stessa ovvero agevole e senza asperità.
A fondo valle si fiancheggia un ampio campo dove il rumore di un lontano trattore mi riporta dalla calma della natura ammirata fino ad ora ai consueti suoni della civilità moderna... il percorso è ormai pianeggiante ma avverto distintamente il peso della fatica fatta fino ad ora ed infatti su una piccola salitella sono costretto a camminare perché non riesco più ad avanzare velocemente; mentre cammino dò fondo a tutta la mia esigua scorta d'acqua (2 bottigliette da 125 ml) che ho consumato poco a poco proprio nei tratti in salita.
Scavalcata quest'ultima pendenza raggiungo uno spiazzo dove un'ambulanza e la relativa guardia medica sono pronti ad intervenire in caso di necessità; da lì si riprende quindi una strada asfaltata costeggiata da ampi uliveti da cui si scorgono in lontananza i tetti delle case di Alviano; raggiungo la provinciale quando il mio orologio indica il km 17 per cui capisco di essere in dirittura di arrivo: entro nel paese e percorro qualche centinaio di metri prima di svoltare a sinistra su una discesa. Da qui raggiungo quindi un'indicazione che mi invita a scendere lungo una scalinata e poi si raggiunge infine la piazzetta con l'arrivo dalla parte opposta a quella da cui eravamo partiti.
Per una volta non c'è bisogno di cercare il ristoro perché è letteralmente attaccato all'arco gonfiabile per cui mi rifocillo a dovere prima di raggiungere la macchina.
Non mi sembra affatto un caso se questo percorso è stato scelto come gara finale del circuito Umbria Cuore Verde del Trail: a mio parere infatti rappresenta una sintesi perfetta di tutti gli altri cui ho potuto partecipare e permette di godere di paesaggi e scorci di grande bellezza. Da un certo punto di vista è infatti un perfetto riassunto dei percorsi precedenti: ognuno di essi mi ha permesso di godere appieno della natura umbra e di rivalutare un patrimonio paesaggistico e naturalistico che spesso ignoriamo o bistrattiamo.
Anche se il circuito si è appena concluso il pensiero finale non può che essere: "Arrivederci al prossimo anno!"