Raggiungo il piazzale della Faggeta con un discreto anticipo, il che mi permette di ritirare il pettorale e prepararmi con tutta calma... in previsione dei 1000 metri di dislivello che mi attendono, ho rispolverato anche le mie fidate bacchette ma perdo almeno 10 minuti a ricordarmi il modo giusto di "assemblarle"... per fortuna a 5 minuti dal via riesco nell'ardua impresa e mi dirigo quindi in zona partenza attrezzato di tutto punto: cellulare nello zaino per le emergenze, 2 borracce morbide, un paio di gel e qualche snack! L'unica cosa che mi manca è l'allenamento adeguato per affrontare questo trail nel migliore dei modi...
Al via preferisco rimanere nelle retrovie per non trovarmi in mezzo al gruppo nell'impossibilità di mantenere un po' di distanza dagli altri partecipanti; dopo il giro iniziale, studiato per allungare il più possibile il serpentone di corridori, comincia una lunga discesa in single track dove i sorpassi sono piuttosto ardui...
Il mio obiettivo di giornata è solo arrivare al traguardo per cui non mi pesa procedere ad un'andatura tranquilla; sono anzi consapevole che tutte le energie risparmiate adesso potrebbero tornarmi utile nella fase finale del percorso!
Il percorso continua in discesa per diversi km tanto che avverto ben presto la stanchezza dei mie quadricipiti e, paradossalmente, comincio a non vedere l'ora di affrontare una salita per farli "respirare" un po'! Sfortunatamente si continua a scendere ancora e ancora e solo quando il mio Garmin scandisce il quinto km usciamo dal bosco e ci affacciamo su una bella radura... di lì a poco appare dal nulla un piccolo laghetto e raggiungiamo uno sterrato dove la discesa diviene più dolce. Attraversiamo quello che sembra essere a tutti gli effetti un campo scout con tanto di tende sparse in ogni dove ed usciamo da un grosso cancello che sembra preso direttamente dal set di Jurassic Park!
Continuiamo quindi attraversando i binari della ferrovia per poi cominciare quella che, in virtù della discesa precedente, si preannuncia una lunga salita! Comincio finalmente a sfruttare le bacchette che, fino ad ora, sono state solo un peso ed affronto l'ascesa con calma scandendo bene i passi e scaricando il più possibile lo sforzo sulle braccia...
Per fortuna il percorso è quasi interamente all'interno del bosco e quindi il caldo sole di oggi non è affatto un problema; in attesa di raggiungere il primo dei tre ristori previsti comincio anche a bere dalle mie borracce per reidratarmi un po'...
Dopo aver corso per un bel po' in solitaria su una ripida discesa ritrovo diversi corridori e mi accodo a loro nello sforzo comunque di "raggiungere la vetta"; subito dopo raggiungiamo un bel punto panoramico da cui si gode di una splendida vista su tutta la vallata e poi si continua in discesa su una larga strada brecciata per poi salire di nuovo.
Siamo ormai oltre il decimo km e ancora non si è vista traccia del primo ristoro tanto che chiedo conferma a due corridori che mi precedono se magari l'ho mancato per qualche motivo; per fortuna non è così e dopo circa 1 km ecco che veniamo fortunatamente riforniti al volo di una bottiglietta d'acqua ciascuno! Ho ancora una discreta scorta con me ma comunque, dopo aver bevuto qualche sorso, rimpinguo una delle mie borracce col resto della bottiglietta.
La fatica comincia a farsi sentire e infatti vengo pian piano distaccato dai corridori che avevo quasi raggiunto; percorro quindi diversi km completamente da solo ed ecco che mi ritrovo di nuovo affascinato dalla natura intorno a me: attraverso i boschi coccolato dalla frescura degli alberi e ammiro i giochi di luce dei raggi di sole tra le foglie degli alberi... per un po' la fatica scompare ma quando sono oltre il km 15 ecco che torno bruscamente al mondo civilizzato: da una via di campagna raggiungo infatti il paese di Soriano e, dopo una discesa su strada asfaltata, sbuco in un ampio parcheggio da cui si gode una splendida vista sul Castello Orsini! Solo questa immagine vale da sola il passaggio in paese ma per fortuna, dopo qualche centinaio di metri tra i vicoli del paese, raggiungo anche la piazza dove è stato allestito il secondo ristoro! Ho già bevuto a sufficienza lungo il percorso per cui mi limito a prendere al volo una fetta di crostata prima di proseguire oltre il paese ed affrontare quindi la salita finale che mi riporterà al piazzale della Faggeta.
Dopo un paio di km di faticosa ascesa le mie gambe sono ormai allo stremo nonostante l'uso delle bacchette e cominciano anzi a farmi male anche le braccia... come se non bastasse sto cominciano a realizzare che, molto probabilmente, il percorso sarà più lungo degli annunciati 20 km... quando sono al diciannovesimo km raggiungo un piccolo spiazzo con una fontana e colgo l'occasione per prendere una pausa e riempire le mie borracce: l'acqua fresca che sgorga dalla piccola cannella è un vero toccasana soprattutto per il mio spirito duramente provato dalla fatica! Prima di ripartire chiedo informazioni ad uno dei volontari piazzati lungo il percorso dagli organizzatori sui km mancanti ed ecco che arriva la conferma del mio sospetto: da lì mancano "un paio di km" all'arrivo!
Per fortuna ero già preparato alla notizia per cui raduno le forze e continuo piano piano lungo la salita: avanzo un passo dopo l'altro cercando di farmi forza sul fatto che il traguardo si fa sempre più vicino... raggiungo di nuovo la Faggeta Vetusta quando il Garmin segna ormai 21 km ma ancora non vedo la finish line... per fortuna però la consapevolezza di aver ormai superato la parte più ostica mi dà nuove enrgie per cui riprendo anche a correre.
Su una discesa incrocio un altro corridore che capisco essere in preda ai crampi: procede piano piano all'indietro ma quando gli chiedo se è tutto a posto non accenna a rispondere... capisco che, probabilmente, è stremato e quindi mi fermo per dargli un po' di supporto. Lo invito a proseguire facendo leva sul fatto che il traguardo è ormai vicino ma farfuglia qualcosa prima di sdraiarsi completamente a terra; gli chiedo se vuole che lo aiuti a sciogliere i crampi ma mi dice che non ce n'è bisogno... gli chedo quindi se vuole qualcosa da mangiare perché magari è a corto di benzina e stavolta mi fa un gesto di assenso per cui gli dò uno dei miei gel.
Nel frattempo uno dei volontari che avevo incrociato poco prima mi dice da lontano di aver già avvertito gli organizzatori in merito alle condizioni del partecipante cui sto prestando assistenza per cui, non potendo fare altro per lui, riprendo la mia gara completando di corsa l'ultimo tratto del percorso.
Taglio il traguardo senza neppure guardare il tempo sul mio Garmin: oggi è stata già un'impresa arrivare in fondo dopo mesi di assenza totale dalle gare e, soprattutto, dopo aver perso tutto il mio allenamento sulle salite.
Dopo aver dato fondo alla mia scorta d'acqua residua e all'intera bottiglietta fornita nel ristoro finale mi dirigo verso l'auto e riparto subito alla volta di casa: so già che nei prossimi giorni pagherò lo scotto dello sforzo odierno con un persistente mal di gambe ma adesso mi sento contento e soddisfatto. Non vedo l'ora di fare una bella doccia e poi mi godrò quel misto di stanchezza e benessere tipico del dopo gara che mi accompagnerà fino a sera...