Un inedito e veloce percorso urbano per una prima edizione perfetta per inaugurare un nuovo anno di gare

Prima della gara

Io ed i miei due compagni odierni arriviamo con largo anticipo a Terni e questo ci permette di parcheggiare con tutta calma dietro lo stadio Liberati, ritirare i pettorali, prepararci e concederci anche un po' di blando riscaldamento.

Il tempo è un po' incerto ed il cielo è coperto da minacciose nuvole; la temperatura è piuttosto bassa ma confido nel fatto che andrà alzandosi nel corso della mattinata.

Durante il riscaldamento sento lo speaker annunciare la presenza di 530 corridori al via e per essere una prima edizione non mi sembra affatto male; parlando con i miei compagni vengo anche a sapere che il circuito consta di 2 giri il che mi fa storcere un po' il naso perché preferisco percorsi non ripetitivi.

La gara

Quando mancano pochi minuti alla partenza veniamo invitati da uno degli organizzatori ad avvicinarci alla start line con un "Ragazzi: ci diamo una mossa?"; l'invito piuttosto ruvido ci strappa una risata ma non osiamo contraddirlo per cui ci dirigiamo verso il gonfiabile sotto cui sono già posizionati gran parte dei corridori.

Pochi minuti di attesa ed ecco il countdown finale: parto con un passo molto tranquillo perché sono abbondantemente fuori allenamento a causa dell'influenza che mi sono beccato negli ultimi giorni del 2017 ed i cui strascichi si sono protratti fino all'inizio del 2018. Il mio obiettivo odierno è quindi solo godermi la corsa in scioltezza e testare sul campo quanto ho perso del mio precedente allenamento.

Nei primi km patisco un po' di freddo e me ne accorgo soprattutto dalle mani che continuano ad essere intirizzite anche dopo la prima mezz'ora di gara; al di là di questo sono contento di avere buone sensazioni generali, segno che il mio allenamento per la Maratona di Firenze non è ancora andato sprecato.

Quando raggiungiamo il centro, dopo un ampio giro nella periferia di Terni, ad accoglierci ci sono ancora gli addobbi natalizi; il corso si rileva inoltre meno affollato del previsto e l'incitamento dei pochi presenti non si dimostra particolarmente fragoroso: probabilmente nella loro mente aleggerà la solita domanda: "Ma chi glielo fa fare a questi di correre la domenica mattina anziché starsene a letto?". 

Se ne vanno così i primi 10 km ed il feedback dalle mie gambe continua ad essere positivo: il mio fiato è regolare e non avverto ancora alcun segno di affaticamento. Bene così, penso tra me e me mentre comincia anche a fare capolino tra le nuvole un timido sole.

Il mio ritmo rilassato mi consente anche di intrattenermi per qualche centinaio di metri in una chiacchierata con un altro corridore: sentendolo parlare con un suo amico intuisco che sta preparando una maratona e quindi gli chiedo quale gara sta preparando... da lì partiamo a discutere delle nostre prossime gare, di trail e di ultratrail: corriamo insieme diverse centinaia di metri e poi ci congediamo riprendendo ciascuno il proprio ritmo.

Ormai il tempo è decisamente migliorato e la giornata è diventata piuttosto soleggiata; passano i km e raggiungo così il terzo ristoro. A scopo preventivo, prima di rifocillarmi con dell'acqua, assumo un gel con lo scopo di evitare eventuali burnout; ciò nonostante di lì a poco comincio ad accusare un po' di affaticamento: sto bene ma le mie gambe sono un po' provate.

Non mi preoccupo più di tanto e vado avanti prefiggendomi un obiettivo raggiungibile senza troppi sforzi se non quello di mantenere un'andatura costante; man mano che passano i km calcolo mentalmente se riuscirò a raggiungerlo e sono sempre più confidente di riuscire nel mio intento.

Al km 18 penso che ormai è fatta: anche se le gambe mi fanno male e temo i crampi vado avanti col mio passo senza strafare; dopo l'ultimo cavalcavia c'è un lungo rettilineo e poi un passaggio tra le vie ternane che ci porta proprio dietro la finish line. La voce dello speaker mi dà la carica giusta per percorrere gli ultimi metri ed arrivare quindi al traguardo dove dò una rapida occhiata al timer per avere conferma di essere entro il tempo che mi ero prefissato durante la gara.

Dopo la gara

Con al collo l'originale medaglia in plexiglass passo davanti al ristoro dove prendo subito un succo ed un pezzo di banana; dopo averli finiti mi concedo anche un bel tè caldo e nel berlo mi rendo conto che i lievi malori alle gambe che mi hanno accompagnato negli ultimi km sono adesso molto acuti e forti: i quadricipiti in particolare gridano vendetta e mi costringono a fare qualche allungamento sul posto per scongiurare qualche crampo improvviso.

Dopo esserci rifocillati a sufficienza ed aver scambiato qualche parola con gli altri corridori all'arrivo ce ne torniamo quindi con calma all'auto, stanchi ma felici di aver inaugurato degnamente un nuovo anno di corse!


Video cronaca

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