Appena giunti a Roma ed entrati in metro si capisce subito che non è una giornata come le altre: dappertutto si vedono persone in tuta con al seguito la borsa/zaino della Roma-Ostia. La gara comincia già da qui perché si sbirciano i pettorali altrui (che fanno bella mostra di sé davanti agli zaini) per capire quanto è forte il proprietario: il numero infatti è assegnato in base al tempo fatto segnare nella precedente edizione o in un'altra gara ufficiale per cui dovrebbe rispecchiare il possibile ranking odierno.
Una volta usciti dalla metro ci mescoliamo alla fiumana di gente che si dirige verso il Piazzale dello Sport e come previsto i partecipanti a questa gara vengono da ogni parte d'Italia e del mondo: non è un caso se gli organizzatori la sbandierano come "la mezza maratona più partecipata d'Italia".
Arrivati nella zona della partenza io ed i miei compagni di gara ci preoccupiamo subito di prepararci e consegnare la propria borsa al corretto camioncino che la porterà a destinazione per permetterci di recuperarla dopo il traguardo; sbrigata questa pratica andiamo alla disperata ricerca di un bagno ma dato che la fila per quelli chimici è interminabile ci arrangiamo alla bene e meglio dove capita. Dopo aver vagato in lungo ed in largo alla ricerca di un angolino libero dove poter fare la pipì ed essere ritornato sotto l'arco della partenza sorrido nel vedere sul mio Garmin che ho già quasi raggiunto il mio obiettivo giornaliero di circa 6000 passi: considerando che devo ancora partire direi che quest'oggi lo supererò abbondantemente!
Quando mancano pochi minuti alla partenza ci appropinquiamo (naturalmente di corsa!) verso il nostro settore di ingresso per prendere posizione; una volta conquistato un piccolo spazio tra la folla dei corridori accendo il mio Garmin per agganciare il GPS ed attendo che lo speaker segnali la partenza.
Quando mancano circa 60 secondi allo start accendo la mia cam e comincio a sgranchire i muscoli; il mio pensiero va al fastidio al ginocchio che mi tormenta ormai da settimane e che per poco non mi constringeva a saltare questa gara. Per il momento non mi dà noia però sono piuttosto preoccupato dalla possibilità che durante la corsa diventi un problema serio... per il momento scaccio questo pensiero e mi concentro sulla partenza: siamo ormai al countdown dello speaker per cui di lì a poco si comincia!
Nonostante il gran numero di partecipanti (comunque opportunamente divisi in onde in base al numero di pettorale) si corre subito in maniera agevole; il serpentone dei corridori si dirige verso Piazza Marconi per deviare però poco prima in Viale Europa puntando diritto verso la Basilica dei Santi Pietro e Paolo che fa bella mostra di sé in fondo alla via.
Ai piedi della Basilica si svolta quindi a sinistra e si continua così diritti costeggiando il laghetto dell'EUR; da qui si raggiunge Viale dell'Oceano Pacifico e quando ci arriviamo il gruppo si è già allungato abbastanza da rendere la corsa agevole e gli spazi di manovra abbondanti. Al termine del viale è già tempo di riprendere la Cristoforo Colombo per puntare verso l'obiettivo della gara: il litorale di Ostia.
Per il momento il fastidio al ginocchio è chiaramente percettibile ma non problematico per cui spero vivamente che si mantenga così e non peggiori; d'altronde non siamo che al quarto km per cui la strada è ancora lunga.
Dopo un piccolo tratto in discesa comincia quindi la salita: avendo già partecipato l'anno prima so già che la pendenza non sarà eccessiva ma ci sarà comunque da soffrire per un bel tratto. Cerco di non perdere di vista i palloncini dei pacemaker ma mi rendo conto ben presto che mantenere il loro passo in questa fase non è per niente facile; dato che il mio obiettivo odierno è solo quello di arrivare in fondo senza troppe sofferenze non me ne preoccupo più di tanto e procedo col mio passo.
Nel frattempo raggiungo il primo ristoro e come da mia abitudine lo ignoro confidando eventualmente nel prossimo; controllo a più riprese il mio Garmin e tutto sommato mi reputo soddisfatto della mia attuale andatura: sono decisamente sopra il mio tempo migliore però le mie non ottimali condizioni fisiche mi hanno impedito di allenarmi a dovere per cui devo accontentarmi e cercare di non strafare.
Dopo il settimo km comincia un nuovo tratto in discesa ottimo per rifiatare e distendere un po' il passo; pur se con qualche piccolo saliscendi si procede così per circa 3 km dopo di che comincia lo strappo in salita più impegnativo e lungo di tutta la gara. Dopo aver quasi ripreso i palloncini dei pacemaker li vedo quindi nuovamente allontanarsi e passo dopo passo sento i quadricipiti sempre più sofferenti; sia pur a fatica procedo nella mia corsa agognando di raggiungere presto l'apice di questa salita.
Quando siamo ormai sulla vetta di questo lunghissimo dosso è già tempo per il secondo rifornimento: stavolta mi disseto con un bicchiere d'acqua e continuo quindi oltre l'arco rosso che delimita la metà del percorso. Poco più avanti si arriva a quello che reputo essere il punto più bello di tutto il percorso: dopo un tratto in piano comincia una lunga discesa che porta dritto fino al mare ed il colpo d'occhio è un autentico spot per la corsa perché quello che si vede è un interminabile serpentone di corridori che arriva fino all'orizzonte.
Sono felice di constatare che il mio fastidio al ginocchio è praticamente sparito; tra l'altro nonostante la lunga salita mi sento bene sia di fiato che di gambe per cui penso che è il momento giusto per allungare un po' il passo e così faccio. Questo tratto è decisamente più veloce del precedente per cui si raggiunge facilmente il terzo ristoro per poi proseguire verso la parte finale della gara dove so già che ci attende un'altra breve salita.
Dopo lo slancio avuto in discesa comincio già a rallentare e quando riprendo la salita sento non solo che le mie gambe sono pesanti ma anche che il fiato scarseggia: penso che tutto sommato è normale visto che sono a corto di allenamento e quindi era prevedibile una flessione nella parte finale. Quando oltrepasso il km 18 comincio a vedere numerosi podisti che allungano il passo per lo sprint finale; purtroppo non è il mio caso: percepisco chiaramente la fatica ed un chiaro sintomo della mia stanchezza è il fatto che mi sforzo di tenere la testa alta.
Stringo i denti fino al km 19 e poi fino al km 20; anche quando mi separa solo un km dal traguardo non riesco comunque ad abbozzare uno sprint. Una volta raggiunta la rotatoria di Ostia siamo ormai in dirittura d'arrivo; il percorso devia però verso destra e solo dopo la curva a gomito che preannuncia il rettilineo finale riesco a radunare le forze per fare uno scatto finale.
Do fondo alle mie ultime energie per qualche centinaio di metri e all'arrivo apprendo dallo speaker che sono giunto al traguardo qualche metro dopo una grande protagonista di questa gara: la cantante ed atleta paralimpica Annalisa Minetti.
Anche se ho migliorato di quasi 5 minuti il mio tempo dell'anno precedente prevale in me la delusione per non aver potuto correre al massimo delle mie possibilità: fino a qualche giorno fa ero indeciso se partecipare o meno in virtù del fastidio al ginocchio che mi accompagna ormai da diverse gare per cui devo per forza accontentarmi del risultato, comunque non disprezzabile, che ho ottenuto.
Il pensiero va inevitabilmente ad un anno fa quando tagliavo questo stesso traguardo portando a termine la prima mezza maratona della mia vita; anche stavolta è stata una gara bella ed appassionante condita dalla solita impeccabile organizzazione.
Per quest'anno però anziché riprendere subito il treno mi concedo una bella doccia presso lo stabilimento appositamente attrezzato allo scopo e poi un bel pranzo ristoratore insieme a tutti i miei compagni di gara.
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