Io ed i miei compagni di gara arriviamo a Roma con l'auto e parcheggiamo nei pressi della stazione Termini per evitare il sovraffollamento nei pressi dell'area di partenza che raggiungiamo poi in metro con largo anticipo.
Appena arrivati a Piazza del Popolo sbrighiamo subito la formalità del ritiro del pacco gara e del pettorale; scopro così innanzitutto che il "pacco gara" è limitato ad una maglietta tecnica ed una bevanda energetica (sigh) e poi che mi è stato assegnato un pettorale che mi dà diritto ad un'entrata privilegiata proprio sotto l'arco di partenza (wow)!
Attendiamo un po' prima di consegnare gli zaini al ritiro bagagli e poi aspettiamo con calma che vengano aperti i cancelli per i corridori con la speranza che il caldo soffocante si attenui un po'; quando siamo ormai prossimi allo start ci accodiamo agli altri partecipanti e restiamo in attesa del via.
Il go viene dato con un po' di ritardo rispetto alla partenza programmata; col sottofondo musicale di "Vacanze romane" il fitto gruppo di podisti procede quindi lentamente lungo il corso in direzione Piazza Venezia.
L'incitamento del pubblico è veramente entusiasmante ma a rovinare il bel clima della partenza ci sono i soliti "corridori impazienti" che sgomitano letteralmente per guadagnare qualche posizione.
Il primo km procede così tra il bagno di folla degli spettatori e la difficoltà di guadagnarsi un po' di spazio per correre; solo dopo questo primo tratto diventa possibile avanzare col proprio ritmo di gara anche se appare subito evidente che, a causa del gran caldo, ci sarà da soffrire.
Cerco subito con lo sguardo i palloncini dei pacers che mi sono ripromesso di seguire e sono ancora a portata di sguardo per cui mi riprometto di riagguantarli con calma nel corso della gara... nel frattempo percorriamo tutto il centro di Roma svoltando per Via del Tritone ed entrando a Piazza Venezia da Via Nazionale.
Lo spettacolo del Vittoriano illuminato è sempre un piacere per gli occhi e da lì proseguiamo verso il Colosseo attraverso Via dei Fori Imperiali; giriamo tutto intorno al monumento simbolo della capitale e proseguiamo verso il Circo Massimo.
La mia corsa procede bene ma il caldo è veramente insopportabile; per di più dei passaggi sono all'interno di alcuni tunnel e qui sembra veramente che qualcuno abbia chiuso il rubinetto dell'aria. Per fortuna a sostenere la corsa di tutti i partecipanti c'è il calore del pubblico che in più di un'occasione ci acclama a gran voce.
Pur a fatica raggiungo il primo ristoro dove agguanto al volo un bicchiere d'acqua salvo poi scoprire che contiene invece dei sali; trattengo una smorfia ma mi rifaccio nel primo tavolo disponibile prendendo un altro bicchiere e finendolo in un solo sorso.
Dopo un paio di km è previsto anche uno spugnaggio ma stavolta tiro dritto confidando nel successivo ristoro...
Dopo un'ampia deviazione ed un passaggio accanto al fiume Tevere passiamo sotto il Campidoglio e rientriamo a Piazza Venezia per poi ripercorrere il corso; qui gli organizzatori hanno previsto due corsie separate per i corridori: i partecipanti alla 10 km mantengono la destra mentre quelli alla mezza maratona la sinistra. I primi vedono già in lontananza il loro traguardo mentre chi come me ha scelto la distanza dei 21 km lo lascia alla propria destra svoltando a sinistra in Via Tomacelli per guadagnare il Lungotevere.
Di lì a poco raggiungiamo il secondo ristoro e naturalmente prendo anche qui un bicchiere e lo butto subito giù; comincio però a pensare che il caldo mi stia dando alla testa perché per la seconda volta prendo i sali al posto dell'acqua. Di nuovo rimedio subito con un altro bicchiere e proseguo la mia corsa.
I pacers che mi ero ripromesso di seguire sono ormai fuori dal mio campo visivo per cui sono conscio che dovrei spingere sull'acceleratore per riagguantarli; l'occasione per farlo mi si presenta quando sento un corridore incitare il proprio compagno ad aumentare il passo perché lui preferisce rallentare. Dopo poco lo vedo passarmi accanto con un passo brillante e deciso ma che giudico alla mia portata per cui colgo al volo l'occasione e mi accodo a lui con l'intento di dare una svolta alla mia gara.
Il ritmo che tengo è senz'altro più veloce ma preferisco non controllare il mio Garmin: sto bene e le gambe vanno per cui mi limito a seguire la mia lepre senza curarmi del tempo. Mi rendo per la prima volta conto di quanto sia importante avere qualcuno che ti detta l'andatura e per qualche km lo seguo senza problemi; alcune volte mi distraggo e perdo qualche metro ma lo riagguanto prontamente perché so che se si allontanasse troppo il mio rinnovato slancio scemerebbe di colpo.
Insieme al mio inconsapevole compagno di gara attraversiamo diversi tratti di strada completamente bui: non capisco il motivo di una tale scelta anche perché oltre che surreale la corsa diventa anche pericolosa in quanto non si vede ad un palmo dal naso e quindi non è possibile capire dove si stanno mettendo i piedi.
Poco prima del terzo ristoro c'è una discreta ed impegnativa salita che sembra accogliere i corridori con il minaccioso messaggio: "Qui si misurerà la vostra tenacia!"; al termine della stessa vedo un cartello che preannuncia la presenza 500 metri più avanti della navetta per i ritirati. La trovo un'iniziativa lodevole da parte degli organizzatori ma per fortuna ho ancora birra e di lì a poco aumento ulteriormente le mie scorte di energia rifocillandomi all'ennesimo ristoro con nell'ordine: un bicchiere d'acqua, una bottiglietta ed una banana. Quest'ultima la prendo nella foga della corsa e la butto giù senza pensarci ma me ne pento subito: la sento infatti piazzarsi subito sullo stomaco come un macigno per cui non posso che sperare che questa spiacevole sensazione svanisca quanto prima.
Quando rialzo gli occhi dai tavoli del ristoro mi rendo conto che la mia lepre mi ha distanziato di almeno 50 metri; capisco subito che è ormai fuori dalla mia portata e mi rassegno subito a proseguire senza seguirlo. Di colpo però la mia andatura torna ad attestarsi su un ritmo più blando e mi rendo conto che il mio tentativo di riprendere i pacers è ormai svanito. Proseguo nella mia corsa ma ho perso l'entusiamo e la voglia di spingere; non lo riacquisto neppure quando raggiungo le indicazioni del km 18 ed anche quella del km 19 non riesce a darmi la carica per tentare lo sprint finale.
Quando infine supero l'indicazione chilometrica successiva strabuzzo gli occhi vedendo che riporta scritto 21: tra me e me penso: "Ma dov'è finito il km 20?!"; pochi metri dopo realizzo che non può essere effettivamente il ventunesimo km per cui comincio ad avere il dubbio che il caldo mi abbia giocato un altro brutto scherzo... mentre invoco l'aiuto del mio fidato Garmin per sciogliere il dubbio sulla distanza raggiunta rientriamo all'improvviso sul corso e stavolta si che ritrovo un po' di entusiasmo per aumentare la mia andatura.
L'incitamento del pubblico in quest'ultimo tratto di gara torna ad essere forte e stimolante per cui do fondo a tutte le mie energie puntando dritto gli occhi verso il traguardo che fa capolino in fondo alla strada.
Quando passo l'arco gonfiabile tiro mentalmente un sospiro di sollievo e passo repentinamente alla camminata dirigendomi quindi stancamente a ritirare la mia meritata medaglia.
Il primo pensiero è quello di recuperare il mio zaino con l'intento di scolare la bevanda energetica del pacco gara; subito dopo ritiro la busta col ristoro finale ed oltre allo snack do fondo anche alla bottiglietta d'acqua al suo interno.
Ora che ho modo di ascoltare con calma il mio corpo mi rendo conto di essere molto più stanco del previsto: pur avendo concluso con un tempo ben superiore a quello che mi ero prefissato prima della gara ho dato veramente fondo a tutte le mie energie, ho bevuto una quantità di liquidi incredibile dall'inizio della gara e mi sento incredibilmente spossato e fiacco. Il confronto con gli altri miei compagni di gara mi conferma che è lo stesso anche per loro per cui dò la colpa al gran caldo e, sia pur ancora stremato, mentre ci avviamo lentamente a recuperare l'auto comincio già a fare mente locale in merito a quando sarà la prossima gara...