Arrivo con largo anticipo e quindi posso svolgere la pratica dell'iscrizione con tutta calma; c'è un po' di fila ma sicuramente meno di quanto mi aspettassi.
Ritirato il pettorale torno all'auto per prepararmi e quindi raggiungo il luogo della partenza di corsa cominciando un blando riscaldamento che poi continuo percorrendo un paio di volte Corso Tacito.
Anche se sono passate da poco le 9 la giornata è già calda e comincio quindi ad essere un po' preoccupato in merito alla gara: ho già visto l'altimetria e so che sarà una mezza maratona piuttosto anomala perché ci sarà molta salita ma in più, giusto per aggiungere un ulteriore livello di difficoltà, il giorno prima ho anche donato il sangue per cui temo che soffrirò ancora di più l'afa e la stanchezza.
Ormai ci sono per cui mi metto l'anima in pace e prendo posizione sotto l'arco della partenza in attesa del via.
Constato che il numero di partecipanti è decisamente minore rispetto al previsto e comincio a sospettare che il motivo sia legato proprio al percorso particolarmente impegnativo...
Lo sparo che sancisce l'inizio della corsa arriva un po' all'improvviso ed il gruppo di corridori parte lungo il corso con direzione Piazza Tacito; primo imprevisto della gara: il mio Garmin non ha ancora agganciato il GPS per cui mi rassegno a vedere sul suo quadrante informazioni imprecise ed approssimative (scoprirò poi che sul tracciato gpx sarà assente tutto il primo km per cui mi vedrò costretto ad aggiungerlo manualmente sulla mappa).
Una volta raggiunto Viale Brin la sensazione di deja vu è netta: la prima parte del percorso è infatti assolutamente identica a quella della Mezza Maratona di San Valentino. Si risale quindi la Strada Valnerina su una lieve ma lunga salita e sotto un sole già piuttosto cocente; il percorso prosegue così per circa 7 km finché, quando siamo in vista della Cascata delle Marmore, lasciamo la strada asfaltata per buttarci a destra e raggiungere il ristoro posto proprio ai piedi della stessa. Rispetto alle mie solite abitudini mi disseto subito con un bicchiere d'acqua in previsione dell'imminente ascesa e proseguo fino a raggiungere la prima di una lunga serie di scale: da qui in poi infatti comincia la risalita della cascata lungo il percorso normalmente destinato ai turisti in visita.
La primissima parte regala un meraviglioso passaggio tra le vorticose acque del Velino: il rumore del fiume riempie lo spazio circostante ed il vapore acqueo che si deposita sulla pelle per un po' mi fa dimenticare la fatica che sto compiendo.
Questo momento di benessere è destinato purtroppo a durare poco: quando comincio a salire ritorna la fatica e la sofferenza. Correre è quasi impossibile perché il sentiero è costituito praticamente solo da scale: avanzo lentamente e come di consueto più di qualche corridore mi sorpassa. Non me ne curo più di tanto e proseguo col mio passo nel tentativo di risparmiare le forze in attesa che il percorso torni ad essere più congeniale alle mie caratteristiche.
Una volta in cima la vista della cascata in tutto il suo splendore mi rinfranca un po' dello sforzo fatto e mi concedo il lusso di perdere qualche secondo per fare alcuni scatti con la mia cam; continuo quindi lungo la via che ci conduce tra le bancarelle del belvedere superiore ed è divertente passare di corsa tra i turisti che ci guardano un po' attoniti.
Da qui si continua in mezzo al parco e poi lungo la strada nel mezzo del vicino centro abitato: dopo alcune centinaia di metri svoltiamo quindi a sinistra addentrandoci nella campagna ternana.
Da qui in avanti la corsa si trasforma a tutti gli effetti in un vero e proprio trail: l'asfalto lascia il posto alla strada bianca e cominciano diversi saliscendi; mi trascino stancamente lungo il percorso e dove la salita si fa più dura non esito a passare alla camminata. Dopo la salita precedente questo passaggio è un ulteriore mazzata per le mie gambe già provate ma comunque non demordo e raggiungo il secondo ristoro posto al km 11; dato che la stanchezza ed il caldo si fanno sentire non ci penso due volte e faccio una breve sosta: bevo due bicchieri d'acqua e mi rifocillo anche con un pezzo di banana.
Riparto quindi con rinnovata energia e la vicina discesa è una vera manna per le mie gambe ormai pesanti; peccato che dopo pochi metri anche questa diventa così scoscesa da risultare dura ed impegnativa. Dove possibile cerco comunque di lasciare andare le gambe per scioglierle un po'...
Per fortuna la strada è avvolta dall'ombra del bosco e quindi il caldo della giornata è abbondantemente attenuato; finché dura la discesa ed il fresco riesco ad aumentare l'andatura ma quando la strada ricomincia a farsi in leggera salita il mio passo inevitabilmente si fa più lento.
Dopo altri saliscendi raggiungo infine un piccolo dosso dove un signore dell'organizzazione mi rinfranca con un bel "Dai che la salita è finita"; da qui in avanti in effetti si riprende a scendere in discesa fino al terzo ristoro dove mi disseto nuovamente in previsione dello "sprint" finale. Si continua quindi in discesa verso la piana ternana e sotto un sole veramente sfiancante; nel tentativo di lasciar andare le gambe mi rendo conto che sono ancora pesanti, sintomo del fatto che il percorso alle mie spalle è stato molto duro.
Per fortuna in questo tratto di discesa i km scorrono via più velocemente e nonostante il caldo mi addentro sempre di più nel centro della città. Dove possibile cerco di preferire l'ombra del marciapiede al sole della strada e tra un attraversamento e l'altro raggiungo l'ultimo ristoro dove prendo l'ennesimo bicchiere d'acqua (non ho mai bevuto così tanto in una gara!); passo quindi all'interno di un parco pubblico e da qui riesco sulla strada.
Alcuni passaggi prevedono degli attraversamenti stradali piuttosto selvaggi ma sempre sotto l'occhio attento dei vigili; alla fine riconosco in lontananza la rotatoria nei pressi dell'arrivo e quindi mi predispongo mentalmente all'ultimo tratto di gara.
Conservo le ultime energie per il passaggio finale all'interno della pista del Campo Scuola di Atletica Leggera: una volta entrato cerco di allungare un po' il passo ma dopo un iniziale accelerazione il mio spunto perde di verve e quindi mi rassegno ad un arrivo tranquillo e rilassato.
Per prima cosa mi viene messa al collo la bella medaglia ricordo dopo di che ritiro il pacco gara e mi dirigo al ristoro finale: anche qui mi reidrato abbondantemente con diversi bicchieri di tè e mangio un po' di frutta.
Anche oggi la conclusione è sempre la solita: è stata una faticaccia ma ne è valsa la pena!