42 km tra le bellezze naturali dell'Agro Pontino sotto un magnifico sole invernale

Prima della gara

Anche se il calendario suggerirebbe un clima rigido e condizioni atmosferiche proibitive, quando esco dall'albergo per raggiungere la zona di partenza, il cielo terso fa già presagire una splendida giornata di sole con temperature abbondantemente sopra la media stagionale.

Nonostante il blocco del traffico riesco a trovare posto in una via laterale a poca distanza dai nastri di partenza; a 20 minuti circa dal via quindi comincio un tranquillo riscaldamento giusto per far sciogliere le gambe.

Lo speaker annuncia oltre 1000 partecipanti divisi tra lo sprint di 2.5 km, la gara di 10 km e la maratona; quando mi avvicino al gonfiabile quindi il gruppo pronto al via è piuttosto folto ma non mi impedisce di posizionarmi a pochi metri dalla start line.

La gara

Quando partiamo svoltiamo subito a sinistra per fare un piccolo giro iniziale in centro; anche se non sono partito fortissimo solo alla fine del primo km mi rendo conto di essere davanti ai pacer che mi sono ripromesso di seguire per raggiungere il mio obiettivo di tempo: vedo quindi sfilare lentamente accanto a me i loro palloncinie mi metto a tallonarli da vicino. Durante questo giro ripassiamo nuovamente dal via per prendere un secondo giro di applausi dalla folla degli spettatori: il nostro lungo cammino è appena cominciato per cui una doppia dose di incoraggiamenti non fa certo male!

Stavolta percorriamo tutto il lungo rettilineo che porta da Piazza San Marco fino al limitare della città dove svoltiamo a destra e, dopo pochi metri, ci troviamo già ad incrociare i corridori di testa; dopo il primo che partecipa alla 10 km passano anche i partecipanti alla maratona e strabuzzo letteralmente gli occhi nel constatare che il loro passo è così veloce che io faticherei a tenerlo anche in una 5 km!

Non mi lascio prendere dallo sconforto ma continuo con la mia andatura raggiungendo così il primo ristoro dove, pur non avendo ancora sete, prendo comunque un sorso d'acqua; il percorso riprende quindi la via verso il mare portandoci di nuovo su un lungo rettilineo dove mi rendo conto che i miei pacer sono già lontani. So bene che il cammino è ancora lungo per cui preferisco procedere con il mio passo per provare eventualmente più avanti a riagguantarli...

Dopo un'altra svolta a destra raggiungiamo una strada completamente chiusa al traffico dove ci attende una lunga strada alberata nel mezzo della campagna; per qualche km vengo affiancato da una famigliola in bici che si gode la bella giornata e la totale assenza di auto in questo bel tratto di percorso.

Dopo svariati km svoltiamo a sinistra e puntiamo dritti verso il mare: i pacer sono ormai spariti dalla mia vista e per questo quando sono in prossimità della litoranea aumento leggermente il passo con il proposito di provare a riprenderli...

Una volta raggiunto il lungomare comincia l'ennesimo lungo rettilineo di questa maratona, stavolta però con la spiaggia alla mia destra a farmi compagnia per diversi km! La bella giornata e il mare calmo fanno da cornice a questa parte di gara e per qualche secondo non posso fare a meno di abbandonarmi con lo sguardo tra le onde che si infrangono placide sul bagnasciuga; quando mi ridesto torno subito mentalmente alla gara e, dato che sono prossimo ai 20 km, comincio a fare proiezioni in merito al mio tempo finale. Purtroppo sono già oltre il tempo con cui speravo di concludere la gara e quando raggiungo la metà esatta dove viene registrato il passaggio dei corridori ne ho la conferma: secondo i miei calcolo i pacer che mi ero ripromesso di seguire fin dall'inizio sono passati già da 3 minuti circa per cui so già che non potrò più raggiungerli... pazienza!

Seppur un po' amareggiato continuo la mia gara rimodulando il mio obiettivo iniziale, fermo restando il fatto che il mio scopo principale è anche oggi quello di arrivare in fondo (preferibilmente in buone condizioni)! Continuando a correre mi rendo conto che, in alcuni tratti, è ben visibile alla mia sinistra anche il Lago di Fogliano che in pratica sto lentamente circumnavigando; quando arrivo all'incrocio col fiume il percorso lo affianca riprendendo la direzione verso l'entroterra.

Ammirando il paesaggio intorno a me colgo con lo sguardo un pescatore dall'altra parte della riva e per un attimo mi chiedo se non abbia fatto meglio lui a dedicare la mattinata ad un'attività così rilassante e distensiva rispetto a me che sto invece faticando per mettere un piede davanti all'altro e sono poco oltre la metà della mia impresa...

Sono ormai quasi al km 25 e comincio ad accusare i primi segni di stanchezza: il percorso inoltre lascia la strada asfaltata per immergersi nel bel mezzo del Parco Nazionale del Circeo: all'inizio sono immerso dalla campagna ma poi ci inoltriamo anche in un fitto e rigoglioso bosco. In altre occasioni sarei stato ben felice di questa variante ma, vista la pesantezza alle gambe che comincio ad accusare, temo che questo fondo possa fiaccare ancora di più la mia resistenza. Con questa preoccupazione raggiungo il ristoro del 25° km, posto proprio nel mezzo del parco, e dopo essermi rifocillato anche con uno spicchio di arancio e dei sali, continuo fino a raggiungere nuovamente la strada asfaltata dopo oltre 2 km di sterrato.

Comincio a pianificare il momento giusto nel quale mangiare la barretta energetica che ho nella tasca dei pantaloncini ed infine opto per aspettare il km 28; quando lo raggiungo la scarto con pazienza e comincio a mordicchiarla un po' per volta. Nel timore che mi cada dalle mani sono costretto a rallentare e quando il Garmin mi indica il nuovo km scopro che per rifocillarmi ho perso almeno 20 secondi! Non me ne faccio un problema ed anzi comincio già ad attendere con ansia il prossimo ristoro: mi sento già abbastanza provato per cui decido già da ora che quando lo raggiungerò farò anche una breve sosta per prendermela con calma e, soprattutto, riposarmi un attimo sia fisicamente che psicologicamente. Così faccio ed una volta davanti al tavolo del ristoro mi concedo un po' di sali, un altro spicchio di arancia ed un sorso d'acqua: il mio pit stop dura pochi secondi ma sono sufficienti a rinfrancare il mio spirito ormai debilitato dall'accumularsi dei km.

Quando riparto mi sento un po' meglio ma passo dopo passo la fatica prende di nuovo il sopravvento e comincio già a non vedere l'ora che arrivi il prossimo punto ristoro! Ormai avanzo ponendomi come nuovo obiettivo il km successivo: la mia andatura è decisamente più lenta ma, passo dopo passo, raggiungo un altro lungo rettilineo la cui lieve pendenza favorisce la mia corsa. Solo questo piccolo vantaggio mi rinfranca un po' dalla fatica che sento addosso ed in particolare sulle gambe: i quadricipiti cominciano ad essere due macigni che trascino stancamente in avanti e mi sembra un'impresa anche solo mettere un piede davanti all'altro...

Anche la vista del ristoro posto al km 35 è un sollievo: come già fatto col precedente infatti anche stavolta faccio una piccola sosta per riposare il mio corpo ed il mio spirito... sono solo pochi secondi ma sufficienti ad estraniarmi dalla gara e a radunare le forze per proseguire.

Dopo questa ennesima sosta ecco che mi ricongiungo finalmente alla strada principale che mi riporta in città: solo questo pensiero mi proietta con la mente al traguardo finale che ormai comincio a vedere più vicino. Km dopo km ripasso sotto il cavalcavia già visto oltre 3 ore fa; da qui stavolta giro a sinistra per sbucare direttamente sulla Via Pontina! Alla mia sinistra le macchine sfrecciano veloci; io invece arranco faticosamente fino al nuovo ristoro, posto dagli organizzatori poco dopo il km 38. Dato che i ristori sono ormai le mie oasi di riposo ringrazio gli organizzatori per questa scelta e mi chiedo se non ce ne sia un altro più avanti poco prima dell'arrivo per dare modo a chi è duramente provato come me di rifocillarsi ancora. Stavolta oltre a bere e mangiare qualcosa colgo l'occasione anche  per allungare i quadricipiti, ormai così indolenziti e doloranti, da impedirmi quasi di andare avanti.

Quando mi sento pronto riparto col mio passo ormai lento e faticoso ma dopo poche centinaia di metri la stanchezza che sto provando mi travolge a tal punto che, senza quasi volerlo, mi ritrovo all'improvviso a camminare: è come se la decisione di abbandonare la corsa fosse stata presa dal mio corpo piuttosto che dalla mia mente e me ne sorprendo io stesso! Per diversi metri avanzo camminando senza le forze per riprendere la corsa; visto che ci sono cerco anche di sciogliere le gambe e quando sono di fronte ad uno dei volontari posti lungo il percorso gli chiedo se sia previsto un altro ristoro prima dell'arrivo. La risposta purtroppo è negativa ma ciò nonostante pochi metri dopo mi constringo a riprendere a correre; pochi metri ed un accenno di crampo mi ricorda che non è il caso di strafare per cui abbandono subito qualunque velleità di aumentare anche solo di poco la mia andatura.

Per fortuna ormai sono veramente nelle fasi finali ed infatti dopo alcune svolte ecco il cartello col km 41: ormai devo stringere i denti solo un altro po'... non vedo l'ora di ritrovarmi sul rettilineo finale in vista del traguardo perché so già che solo la vista del gonfiabile mi darà delle forze aggiuntive per terminare la gara! Quando finalmente lo vedo lontano all'orizzonte sono mentalmente tranquillo: ormai non è più questione di km ma solo di metri. 

Nonostante tutto non riesco ad azzardare neanche il benché minimo aumento di andatura; il gonfiabile è sempre più vicino ma la mia andatura è sempre lenta e faticosa.

A nulla valgono gli incoraggiamenti del pubblico e neppure la vista di mia moglie che mi saluta è sufficiente ad alleggerire la mia stachezza tanto che le rivolgo uno sguardo più sofferente che felice...

Unica nota positiva del mio arrivo la bella scena cui assisto: quella di un papà che raggiunge la finish line mano nella mano col figlio di pochi anni...    

Dopo la gara

Mia moglie mi raggiunge subito dopo il traguardo per confermarmi, qualora non me ne rendessi conto, che non ho una bella cera; annuisco in silenzio mentre mi godo il tè caldo gentilmente offerto dagli organizzatori... quando l'ho finito rovisto nel pacco ristoro in cerca di qualcos'altro da mandare giù ed opto per un brick di succo di frutta.

La scena a questo punto diventa quasi comica: 10 secondi circa per estrarre la cannuccia dall'involucro di plastica e circa 30 per riuscire a farla entrare nel brick dopo 3 o 4 tentativi a vuoto in stile moviola! Mia moglie vedendomi scrolla la testa e non riesce a trattenere una risata; anche io da parte mia vorrei ridere di me stesso ma adesso sono troppo stanco per farlo... forse lo farò domani ripensando a questo momento ma adesso no, non ce la faccio proprio... 

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Video cronaca

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