La giornata è molto calda per cui con la partenza alle 18 è sicuro che non sarà proprio una passeggiata; nonostante la temperatura riconosco le divise di varie associazioni podistiche ternane, segno che altri corridori come me non si sono fatti intimorire dal clima torrido.
La mia gara quest'oggi sarà resa ancor più difficile dalla necessità di dosare bene le forze per il fatto che, insieme ad altri due miei compagni di squadra, abbiamo deciso di strafare: subito dopo questa corsa infatti raggiungeremo il vicino quartiere ortano di Petignano dove alle 19:30 si svolgerà un'altra corsa su una distanza simile.
Per il momento comunque siamo a San Liberato in compagna di altri 60 corridori per cui ci riscaldiamo pensando alla prestazione imminente che ci attende.
Una volta posizionati sulla riga di partenza attendiamo il countdown e quando viene dato il via partiamo in un gruppo inizialmente bello compatto. Ho deciso di non strafare per non arrivare già cotto alla gara successiva però dopo poche decine di metri con un passo non esagerato mi ritrovo a sorpresa nel gruppetto di testa: mi meraviglio di non vedere nessuno scattare avanti con il solito passo imprendibile e dato che la mia velocità attuale non mi sembra eccessiva proseguo con questa andatura.
Quando raggiungiamo lo sterrato il gruppo iniziale si è ormai sfilacciato parecchio però gli atleti in testa sono ancora alla portata del mio sguardo per cui realizzo che, almeno per stavolta, tutti i partecipanti sono più o meno al mio livello.
Fin dai primi km mi accodo ad un altro runner che mantiene più o meno il mio passo e con lui attraverso via via tutto il percorso che si snoda lungo la valle del fiume Nera portandoci ad attraversare per ben due volte il confine tra Umbria e Lazio: il tracciato è divertente e vario, peccato per la temperatura che rende la corsa decisamente faticosa.
Al terzo km infatti sento già la bocca asciutta per cui comincio subito ad agognare il primo rifornimento; per fortuna è stato strategicamente piazzato al quarto km: vedo i corridori che mi precedono fermarsi per reidratarsi a sufficienza ma io, temendo uno stop improvviso, agguanto due bicchieri e continuo a correre svuotandoli di lì a poco.
I partecipanti che ho passato poco prima mi riprendono velocemente e mi superano di nuovo per cui vengono presto ristabilite le posizioni precedenti.
Quando sono su un lungo rettilineo prima del quinto km assisto ad una scena che reputo un po' strana: il corridore che era in prima posizione (l'unico con un passo decisamente più forte di tutti gli altri) viene lasciato sul percorso poco davanti a me da una motocicletta... lo sento dire al motociclista che ha sbagliato strada e che nessuno gli ha indicato il percorso corretto da seguire però mi sovvengono alla mente subito due domande: come ha fatto a sbagliare dato che non ho visto bivi non segnalati e soprattutto perché è stato riaccompagnato sul percorso più avanti rispetto al punto in cui ha sbagliato? Con questi dubbi lo vedo riprendere la sua corsa ad una velocità per me improponibile da seguire e realizzo subito che sarà solo questione di minuti prima che riagguanti la testa della corsa...
Non faccio in tempo a rimuginare su questa cosa che, poco dopo il km 5, sento nuovamente il bisogno di bere; non ho ancora la bocca arsa però è il segno evidente del gran caldo che sto patendo. Nonostante questo bisogno continuo con la mia andatura seguendo sempre lo stesso corridore che tallono dai primi km. Facciamo un altro paio di km uno dietro l'altro ed arriviamo quindi al secondo ristoro: prendo nuovamente un bicchiere d'acqua per buttarlo giù quasi subito e continuare poi il mio inseguimento; dopo il suggestivo attraversamento della laguna costeggiamo il campo sportivo e ritorniamo poi sui nostri passi ripercorrendo in parte la strada già fatta. Anziché ripassare sul cavalcavia che sovrasta la superstrada però il percorso verso la finish line prevede una piccola variante: non si gira a sinistra ma si tira dritti per arrivare poi ad un sottopasso che si ricollega con la strada verso il traguardo.
Quando comincio già a programmare lo sprint finale per provare il sorpasso sul corridore che mi precede però avviene l'imprevisto che rischia di mandare tutto a monte: nell'unico bivio non segnalato di tutto il percorso la mia lepre svolta a sinistra ed anche io, anche se con titubanza, nell'incertezza lo seguo. Poche decine di metri e ci rendiamo conto di aver sbagliato vedendo in lontananza il primo concorrente che sfreccia verso il traguardo: facciamo dietro front all'unisono ma inevitabilmente le nostre posizioni in classifica si invertono di colpo. Oltre il danno la beffa: nel frattempo è sopraggiunto un altro corridore che ha imbroccato subito la corretta via per cui mi ritrovo di nuovo con qualcuno da inseguire nella volata finale.
L'inseguimento non dura però molto: subito dopo il sottopasso c'è un piccolo tratto in salita e lì effettuo il sorpasso sul corridore che mi aveva superato poco prima; subito dopo la salita come avevo programmato allungo il passo per lo sprint finale. Non sono sicuro che serva a qualcosa visto che dubito di poter recuperare un'altra posizione ma l'arrivo è ormai in discesa per cui lascio andare le gambe fino al traguardo superandolo con un discreto slancio.
Naturalmente il primo pensiero è quello di reidratarmi a dovere per cui vado subito al ristoro e mi rifocillo abbondantemente con acqua ed una fetta di cocomero. Non esagero più di tanto perché mi attende a breve un'altra corsa per cui faccio giusto in tempo a scambiare qualche battuta con il corridore che ho inseguito per tutta la gara e che ho battuto nel finale senza però riuscire effettivamente a superarlo: sportivamente mi dice che, visto il mio sprint finale, probabilmente lo avrei superato lo stesso nell'ultimo tratto di gara anche senza l'errore di percorso che mi ha facilitato. Gli rispondo che sarebbe stato comunque bello un testa a testa vero e proprio e mi congedo da lui con un "Ci vediamo alla prossima gara!" prima di dirigermi verso l'auto per raggiungere la zona della prossima gara...